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Il ruggito del giaguaro


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44 risposte a questa discussione

#1 depy91

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Inviato 23 ottobre 2009 - 12:30

Come anticipato ho rimesso mano ad un vecchio testo e ho deciso di pubblicarlo man mano che lo riscrivo, visto che sono stato così ben voluto riguardo alla mia prima fan-fiction! :) Questa volta mi occuperò di 2 personaggi avvolti da mistero assoluto: king e armour king. Chi sono? Da dove vengono? Da cosa nasce la loro rivalità? Questo e molto altro nelle prossime puntate. Non mancate e commentate in tantissimi! Il vostro parere è importante :ahsisi:
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#2 hworistian

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Inviato 23 ottobre 2009 - 01:01

uao ! mi incoriusisce questa nuova FF ! però cerca di dividerla in capitoli come si fa di solito .


ps : c'e anche marduck vero ?
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#3 depy91

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Inviato 23 ottobre 2009 - 01:10

No, Marduck non ci sarà perchè il king di cui parliamo è il primo, l'originale. Marduck odia il secondo! la storia è ambientata molto prima del terzo torneo, prima del primo addirittura! :) A questo proposito posto il primo capitolo. Mi raccomando, aspetto il vostro giudizio! ;)

Il ruggito del giaguaro

Un rivolo di sangue scorreva lungo il suo labbro inferiore, estese macchie ematiche gli incorniciavano l’occhio sinistro: gli ultimi segni dell’ennesimo colpo infertogli dalla sorte e da pugni ben assestati.
Vivere nelle zone più malfamate dei bassifondi di Città del Messico, popolati da criminali e disadattati di ogni sorta, è dura per tutti, figuriamoci per un orfano, che ha perso i genitori in un triste giorno ben più lontano di quanto la sua memoria potesse conservare in ricordo. Egli era cresciuto da solo, senza alcun aiuto, non gli era rimasto nessuno al mondo. Aveva perlustrato troppo presto gli angoli più remoti dell’intricata “giungla” della vita. Nessuno gli aveva dato un nome, e anche se qualcuno l’avesse fatto, era certamente morto prima di abituare l’orecchio di quello sfortunato ragazzino agli affettuosi richiami di una vera famiglia, ma la fama che derivò dalla sua abilità nella lotta di strada lo avevano reso noto in quei loschi ambienti come “Il Re”. Dovette infatti imparare ben presto che nella “giungla” si sopravvive tirando fuori gli artigli e non sempre, anzi, quasi mai è sufficiente difendersi, ma spesso bisogna attaccare. Ecco perché egli fu costretto ad entrare a far parte di una gang di giovani malfattori, dediti alle rappresaglie cittadine, ai furti, a commerci illeciti; ecco perché gli fu necessario diventare uno street-fighter e partecipare in prima linea agli scontri fra gang, sfruttando tutto ciò che possedeva: il suo fisico prestante, la sua forza, i riflessi pronti. Tutto questo per sopravvivere. In un mondo malato, per non soccombere, puoi diventare la cura oppure la malattia stessa, ma un ragazzino di sedici anni non poteva certo ribellarsi ad un sistema così profondamente radicato e per questo ne divenne parte. Nei freddi ambienti delle scommesse illegali gli incontri del Re erano sempre pronosticati abbondantemente a suo favore, anche quando l’avversario era uno di quei colossi dalla pelle decorata da inquietanti tatuaggi. In questi casi non bastava la forza bruta, piuttosto era essenziale mantenere il sangue freddo e la mente lucida, utile regola che egli teneva sempre a mente, ricavandone sistematicamente vittorie eclatanti, le quali tanto piacevano al pubblico di unti ubriaconi e pericolosi poco di buono, che assisteva sempre numeroso lanciando urla, imprecazioni e incitamenti per il loro beniamino.
Quella sera però, il suo avversario gli aveva dato parecchio filo da torcere e i segni che gli deturpavano il viso ne erano la prova.
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#4 hworistian

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Inviato 23 ottobre 2009 - 01:14

grande ! proprio così me l'aspettavo ! . stai migliorando . farai anche la storia del secondo ?

comuqnue bravo :)
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#5 depy91

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Inviato 23 ottobre 2009 - 01:33

Thanks! ;) sai, non ho mai pensato alla possibilità di scrivere su kingII, devo pensarci su, ma intanto mi concentro su questa che sinceramente mi appassiona di più e già che mi trovo posto pure il secondo capitolo. PREPARARSI AL COLPO DI SCENA (non per tipi troppo sensibili)!

[...]Stava in silenzio a fissare la piccola lampada accesa, che diffondeva nella scarna stanza in cui abitava un tremulo chiarore giallastro. Quella spoglia dimora, dalle pareti scrostate e l’esiguo mobilio infestato dalle tarme, gli era stato offerto da un bookmaker in cambio di una percentuale sulle vincite del ragazzo, intuendone l’enorme potenziale. Viveva in un costante stato di ansia al pensiero che in qualunque momento qualcuno della gang bussasse alla sua porta per richiedere il suo intervento in un’altra rissa di strada tra bande rivali. Neanche quella sera fece eccezione: un sassolino, gettato dall’esterno, picchiò alla finestra, l’anonimo lottatore si accertò che il suo presentimento fosse fondato e raggiunse immediatamente il compagno, che lo stava aspettando davanti all’uscio. Questo, anticipatagli qualche informazione, lo condusse nel luogo dove la rappresaglia era in atto. Non ci volle molto prima che anche i nuovi arrivati ve ne fossero coinvolti. Il Re, circondato da ogni parte, lottava forsennatamente, non curante delle ferite e della fatica accumulate nella sfida precedente. All’improvviso qualcuno lo spintonò violentemente ed egli crollò a terra, in un attimo l’aggressore gli fu addosso e, puntandogli la lama di un coltello alla gola, gli intimò di arrendersi. Sollevò dunque l’arma e si preparò al fendente, ma i riflessi felini del Re si attivarono e, dopo averlo colpito con un poderoso calcio alla nuca dal suolo, riuscì a liberarsi dalla sua morsa e rimettersi in piedi. Un po’ intontito dalla botta, l’avversario allungò il braccio tentando di accoltellare il fianco del giovane combattente. Egli schivò e con un gesto quasi automatico, disarmò l’avversario, s’impossessò della lama e la conficcò nel petto dell’ormai inerme attentatore. Fu allora che capì quel che aveva commesso. Un incandescente sconvolgimento interiore lo invase, estrasse l’arma insanguinata e la lasciò cadere. Il suono metallico del coltello che giungeva al suolo gli rimbombò nel cervello come un’esplosione. Le gambe del corpo senza vita del ragazzo cedettero facendolo piombare a terra, mentre tutt’intorno divampava la rissa. L’omicida non resse allungo quel terribile spettacolo e fuggì via più in fretta che poté in cerca di un rifugio dove sfogare il suo gigantesco odio per sé stesso e quanto aveva appena fatto. Non sapeva dove andare, ma durante la sua corsa senza meta, si imbatté nella facciata della piccola chiesa locale. Decise di entrare.
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#6 depy91

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Inviato 23 ottobre 2009 - 04:19

Terza parte: "la speranza"

La navata era deserta, ma si potevano udire le preghiere bisbigliate del vecchio parroco, Padre Elias, che stava recitando il suo rosario all’interno del confessionale, approfittando dell’assenza dei fedeli. Il suo momento di raccoglimento interiore fu interrotto dalla vista del giovane, che, ardentemente desideroso di scrollarsi di dosso l’ingombrante peso della verità, chiedeva di ricevere ascolto. Padre Elias fu in grado di distinguere attraverso la piccola grata del confessionale l’espressione sconvolta del peccatore che era venuto a bussare alla sua porta in cerca di perdono divino. Il ragazzo iniziò a raccontare tutta la vita che il destino crudele gli aveva riservato, sino all’orribile presente. Ad ogni frase il buon prete si convinceva sempre più che in quello sfortunato orfano fosse sopravvissuta quell’umanità che da troppo tempo non riusciva a rintracciare negli altri suoi coetanei di simile condizione. Elias rimase fortemente colpito dalla commovente confessione e una volta terminata, non poté fare a meno di notare che quell’uomo, se pur così giovane, stava piangendo sopraffatto da un pentimento profondo. Il sacerdote abbandonò la sua postazione e raggiunse il sedicenne in lacrime. Lo strinse forte a sé, lo accarezzò dolcemente, sussurrando parole di conforto e per la prima volta quell’essere umano senza nessuno non si sentiva solo. Padre Elias prese a cuore la storia del ragazzo e decise di accoglierlo nella sua casa, di istruirlo, di educarlo alla religione, di accudirlo come un figlio. Prese l’abitudine di chiamarlo Gory, ispirandosi ad un famoso wrestler messicano, ed ogni volta l’orfano udiva quel nome, provava la piacevolissima emozione di far parte di una vera famiglia. Padre Elias divenne per lui un esempio da seguire e da lui ereditò il grande amore per la religione, alla quale stabilì di dedicare la sua vita. Intraprese gli studi clericali, raggiunse il sacerdozio, divenne un missionario. Aveva fatto del suo passato lo stimolo ad aiutare il prossimo, viaggiando in tutto il mondo per offrire il proprio sostegno a tutti i bambini a cui, come lui, era toccata la triste sorte di non avere più i genitori al loro fianco. Il suo sogno sarebbe stato quello di costruire un giorno un grande orfanotrofio in Messico, proprio dove egli era nato, affinché l’epoca delle gang giovanili si concludesse definitivamente.
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#7 hworistian

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Inviato 24 ottobre 2009 - 12:23

non si possono fare 2 post di fila !

comuqnue è bella , complimenti sono ansioso di leggere il seguito !
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#8 Versus

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Inviato 24 ottobre 2009 - 12:40

Bella davvero, un inizio alternativo per i protagonisti, bravo davvero.
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I've always been mad, I know I've been mad,
like the most of us...
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#9 depy91

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Inviato 24 ottobre 2009 - 12:52

Ops! non la sapevo questa cosa dei doppi post. Sorrytemi tanto! :) Comunque sto lavorando sul seguito, di cui riporto un nuovo stralcio. Fatemi sapere che ne pensate.

Era di ritorno da una delle sue innumerevoli missioni benefiche, a bordo di un biplano d’epoca a due posti, appartenente ad un suo vecchio amico, il capitano O’Brian, un ricco settantenne inglese, da sempre interessato alla giusta causa di Padre Gory. Quest’ ultimo era stato informato che il suo amato mentore aveva subito un malore ed era stato ricoverato d’urgenza in ospedale, pertanto aveva immediatamente stabilito di raggiungerlo, sebbene nel luogo in cui si trovava non erano presenti aeroporti. Gli venne appunto in mente l’insolita passione per le macchine volanti d’altri tempi di O’Brian, che proprio lì aveva acquistato un terreno nel quale aveva deciso di trascorrere la sua vecchiaia. Lo convinse ad accompagnarlo, nonostante l’anziano Britannico lo avesse avvisato che i suoi aerei erano rimasti a terra troppo allungo e con molta probabilità non avrebbero sostenuto le numerose ore di volo necessarie per giungere in Messico. Ad ogni modo Gory era riuscito nel suo intento e assieme al suo amico erano partiti alla volta del Sudamerica. Stavano sorvolando l’Amazzonia e l’altitudine offriva ai due viaggiatori uno spettacolo impareggiabile, sconfinate lande dalla vegetazione lussureggiante si estendevano a perdita d’occhio per quella regione incontaminata. L’imprevisto era però dietro l’angolo: sbuffi di nero fumo fuoriuscivano da uno dei motori del mezzo, accompagnati da sinistri rumori, che in breve tempo divennero insistenti. Il vecchio pilota affidandosi alla sua esperienza intuì che il biplano non avrebbe impiegato molto a manifestare problemi irreparabili e, preso dal panico, allarmò il suo passeggero che a bordo disponevano di un unico paracadute. L’impavido Gory non tardò ad offrirlo al compagno, chiedendo perdono per averlo coinvolto in una simile situazione. O’Brian fissò per qualche istante, con occhi gonfi di lacrime, il coraggioso amico, poi, senza indugiare oltre, indossò il paracadute e urlando: “Dio te la mandi buona, ragazzo!”, si lanciò nel vuoto. L’aereo perdeva quota progressivamente e le fronde dei secolari alberi amazzonici si avvicinavano sempre di più. Gory restò in silenzio, il frastuono del motore in pezzi sormontava persino la voce dei suoi pensieri, mentre il mezzo continuava a precipitare. Ancora qualche istante… poi null’altro.

Vi informo che il capitolo successivo è già pronto, per cui appena vi va di leggerlo fatemi un fischio! La faccenda si infittisce... :P
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#10 Jin_98

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Inviato 24 ottobre 2009 - 09:21

quando lo scrivì
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#11 depy91

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Inviato 24 ottobre 2009 - 09:30

Stavo appunto aspettando che qualcuno mi rispondesse visto che non posso postare 2 volte di fila. Comunque senza perdere altro tempo, la storia continua...

Un sottile sibilo stuzzicò l’udito del sacerdote, ancora tramortito dall’impatto. Egli aprì gli occhi, trovandosi davanti quelli di un viscido serpente tropicale, che scovato il nuovo ospite della grande foresta, aveva avvolto il suo collo con le sue pericolose spire. Gory sussultò e con una mano si divincolò dalla stretta del rettile, scagliandolo poi lontano. Fu allora che realizzò quanto era successo, che miracolosamente lo aveva lasciato illeso, salvo escoriazioni diffuse di modesta entità. La carcassa del biplano dondolava rumorosamente, sorretta dai robusti rami di un baobab. Praticamente ogni sua parte era ridotta in frantumi e al giovane sopravvissuto non restava che scendere a terra e perlustrare la zona. Ovunque gigantesche piante dalla folta chioma ospitavano la fauna più disparata, in lontananza echeggiavano i versi di chissà quale primate, l’atmosfera era indescrivibile. Gory camminò allungo, prima di raggiungere le sponde di un piccolo lago. Si dissetò, e evidentemente spossato dall’ultima esperienza oltre che dal lungo tragitto, si sedette poggiando la schiena contro quella che sembrava essere una montagnola ricoperta di liane e muschi. Il prete ruotò il capo e casualmente notò al di sotto dello strato vegetale la superficie decorata di un mattone d’argilla. Incuriosito iniziò a spogliare la parete dal suo manto naturale, svelando così il tesoro che nascondeva. Dalla prigione di piante rampicanti emerse l’imponente alzato di un antico tempio azteco dai fianchi istoriati. Scene di guerre combattute in epoche lontane ed effigi di accigliate divinità si alternavano sulle mura dello storico edificio. In particolare Gory riconobbe in una delle figure, quella del temibile dio della lotta, riconoscibile per il suo alto copricapo, lo scudo di piccole dimensioni e gli spaventosi occhi inespressivi. La sua intuizione fu confermata dalla successiva scoperta di una splendida statua replicante il nume, contornato da due enormi serpenti, animali a lui sacri. Quello sguardo di pietra finì con l’incutere nel suo ritrovatore un senso di inquietudine, da cui tuttavia dovette presto liberarsi. Urla femminili provenivano infatti dal cuore della foresta. Gory non poté ignorare le richieste d’aiuto e partì in cerca della loro fonte. Ad un tratto scorse delle persone in movimento e si nascose dietro un albero per osservare. A pochi metri di distanza due uomini, vestiti alla maniera azteca e armati di lancia, stavano facendo la guardia attorno ad una bellissima donna dall’abbigliamento tribale, i cui polsi e caviglie erano stati legati con robuste funi. Di fronte a lei uno strano tipo dalla veneranda età recitava delle formule in una lingua sconosciuta, reggendo nella destra il manico intarsiato di un grosso pugnale. La giovane donna era vistosamente terrorizzata e non appena l’anziano figuro sollevò la lama, preparandosi ad infliggere l’affondo fatale, ella gettò un urlo assordante. Gory non poté attendere oltre e, acceso da un ardore che non provava ormai da tempo, abbandonò la sua postazione. “Il Re” era tornato e in un lampo disarmò il vecchio, colpendolo con un calcio laterale. Le guardie si aggiunsero in sua difesa, ma con una scarica di tecniche micidiali, l’eroe anticipò gli attacchi armati degli avversari, infine, approfittando del momento di confusione, si impossessò del pugnale e mozzò le funi che costringevano la fanciulla. Senza dare o chiedere spiegazioni, Gory afferrò la mano della donna e la condusse con sé nel profondo della foresta, in modo da disperdere le loro tracce.

WORK IN PROGRESS... B)
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#12 Akira84

Akira84
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Inviato 24 ottobre 2009 - 10:53

cavoli sei un grande!!!davvero un ottima fan fiction!!!
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#13 depy91

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Inviato 25 ottobre 2009 - 01:22

Grazie infinite! Se ti sta piacendo, allora non perderti il seguito. Mi raccomando, ci conto! Ce la metto tutta per creare una storia avvincente. Ed ecco la sesta parte (nella prossima molte cose saranno più chiare):

Corsero per diversi minuti con la speranza di non essere inseguiti, finché, sfiniti, fecero una sosta. Il salvatore provò a ricavare qualche informazione sull’identità della compagna di fuga e sulle ragioni della sua prigionia, ma ella si esprimeva in un linguaggio incomprensibile almeno quanto quello del suo aguzzino. Avvalendosi della comunicazione gestuale, però, la donna lasciò intendere di chiamarsi Cocoa. Nella tranquillità del momento, Gory ebbe modo di ammirare l’avvenenza della fanciulla, così singolarmente acconciata. Egli capì di essersi immischiato in una faccenda davvero particolare, ma non poteva certo immaginare quanto stava per accadere. Improvvisamente, infatti, una botta secca gli colpì la nuca facendolo stramazzare al suolo. Stupito di non aver nemmeno avuto il tempo di accorgersi della presenza dell’assalitore nonostante i suoi riflessi, Gory, prima di perdere i sensi, riuscì a distinguere i responsabili del violento gesto. Non aveva mai visto nulla di simile: tre muscolosi guerrieri dal volto coperto da splendide maschere di giaguaro lo stavano fissando con i penetranti occhi felini. Sulle spalle diffuse macchie scure imitavano il manto del nobile animale. Ciò che sconvolse maggiormente Gory fu il fatto che da quelle fauci dalla prominente dentatura non provenivano parole umane, ma veri ruggiti minacciosi. Le palpebre crollarono e tutto divenne buio. Durante tutto l’arco di tempo in cui rimase in stato di incoscienza, la sua mente fu popolata da quegli esseri semianimaleschi, finché non rinvenne di soprassalto. Non si trovava più sulla nuda terra, bensì su di un morbido materasso in paglia, all’interno di un’accogliente capanna lignea. Sulle pareti primitive scaffalature contenevano ampolle e recipienti ripieni delle sostanze più varie. Un piccolo focolare al centro della stanza, sormontato da un’apertura circolare sul soffitto, diffondeva nell’ambiente un gradevole tepore. Sospeso su un treppiedi in legno grezzo, una pentola metallica conteneva un liquido profumato, che ribolliva al di sopra delle fiamme. Gory diede un’occhiata in giro, ma il suo sesto senso in fatto di pericoli non accennava ad attivarsi. Ciò lo rincuorò e ne approfittò per distendersi nuovamente, ma alle sue spalle una voce affermò: “Ti sei svegliato finalmente, hai riposato per più di due ore”. Il convalescente si voltò: un uomo dalla foggia azteca indossava un copricapo in legno, raffigurante ancora una volta un giaguaro, dalla cui bocca spalancata era visibile il viso di colui che aveva pronunciato quella constatazione. Sbalordito dall’aver finalmente incontrato, in quel luogo sperduto, qualcuno in grado di parlare la sua lingua, Gory non poteva che esigere spiegazioni.

A presto! COMMENTATE NUMEROSI! :chees:
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#14 Jin_98

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Inviato 25 ottobre 2009 - 07:54

bellissimo! sei fatto per questo mestiere! continua pleas
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#15 depy91

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Inviato 25 ottobre 2009 - 11:30

Non esageriamo, diciamo che la passione per Tekken è tale che me lo sogno la notte!!! :lol: Comunque non voglio deluderti, andiamo avanti...

Lo sconosciuto non rifiutò la richiesta e, dopo essersi presentato come Totec, informò l’ospite che si trovava nella sua dimora, dove egli svolgeva l’attività di medico del proprio villaggio. A tal proposito Gory domandò: “Villaggio? Dove ci troviamo? Come ci sono arivato? Io… ricordo solo di aver condotto al sicuro quella ragazza e un attimo dopo… eccomi qui”. Notando la sua aria turbata, Totec assicurò: “Tranquillo, Cocoa sta bene. I guerrieri che vi hanno trovato nella foresta hanno creduto che tu fossi il suo rapitore e ti hanno tramortito. Mi sei stato consegnato svenuto poco dopo ed io mi sono preso cura di te fino al tuo risveglio. Benvenuto ad Onca, il villaggio degli Yaguarhua”. Questo termine colpì molto l’attenzione di Gory, che incuriosito cercò di ottenere qualche altra informazione, ma Totec gli consigliò di riposare ancora un po’, avvisandolo che a breve sarebbe stato condotto al cospetto di Nagual, il capo villaggio, che in suo onore aveva indetto un banchetto di benvenuto, a cui tutto il popolo era invitato, con lo scopo di esprimere la sua gratitudine per aver riportato a casa sana e salva sua figlia Cocoa. Gory avrebbe preferito ascoltare altre notizie sulle ragioni che avevano spinto quegli strani individui incontrati nella foresta, a rapire la giovane donna, ma intuendo che non avrebbe ricevuto alcuna altra risposta per il momento, seguì il consiglio del medico e rimase diverso tempo a riscaldarsi davanti al fuoco, sorseggiando un boccale di quell’intruglio profumato, offertogli da Totec. Fuori calava la sera.
Durante l’attesa Gory pregò il medico di raccontargli come facesse a conoscere lo spagnolo e Totec spiegò che ad Onca da sempre ci si affidava alle antiche arti magiche per combattere le epidemie che periodicamente infestavano il villaggio. Il morbo mieteva ad ogni sua venuta innumerevoli vittime, ma un giorno giunse presso Onca una coppia di esploratori provenienti dall’Argentina. Essi conoscevano i principi della medicina moderna e si impegnarono a concedere un futuro agli ammalati. Il piccolo Totec si appassionò alla causa dei due benefattori e comprese la necessità per il villaggio di un vero medico. Dunque accompagnò gli esploratori sino in Argentina, dove si applicò negli studi di medicina, per poi fare ritorno in patria, divenendone il responsabile sanitario. Gory ascoltava la rievocazione del passato di Totec con vivo interesse e in lui scorgeva lo stesso ardore che lo aveva avvicinato alla religione.
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#16 Jin_98

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Inviato 25 ottobre 2009 - 06:12

Continua, contiua ;)
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#17 depy91

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Inviato 25 ottobre 2009 - 06:17

Ok, eccoti accontentato! :D

Qualcuno bussò alla porta, era ora di andare. I due, scortati da un altro guerriero-giaguaro percorsero le vie di Onca per raggiungere il luogo destinato al convito. Gory non poté fare a meno di notare che tutti gli uomini del villaggio indossavano la maschera del maestoso felino .Ne chiese delle motivazioni e Totec non tardò a concederle: “Il popolo degli Yaguarhua crede nella sovranità della natura su ogni cosa esistente. La nostra divinità protettiva è Ocelotl, nume della forza e della saggezza. Egli presenta sembianze di giaguaro, animale a lui sacro, ed in suo onore ogni membro della tribù di sesso maschile indossa una maschera votiva, raffigurante la nobile fiera”. Gory restò incredibilmente affascinato da quella gente, così profondamente radicata alle proprie usanze e ai valori semplici della vita. Dei bambini giocavano spensierati sui polverosi sentieri di Onca, delle donne vestite di abiti dal sapore antichissimo si avviavano verso il banchetto, sostenendo sul capo ceste colme di frutta tropicale. Il tempo sembrava essersi fermato diversi secoli prima.
Arrivarono a destinazione, davanti a loro erano sistemate lunghe tavolate imbandite di pietanze di ogni sorta, seduti alle quali gli abitanti del villaggio si preparavano a consumare il lauto pasto. Riconoscere Nagual tra i presenti non fu per Gory affatto difficile, poiché egli sedeva su di un trono ligneo, inciso di suggestivi geroglifici aztechi, affiancato da Cocoa, ma ciò che maggiormente balzava alla vista era la sua splendida maschera votiva, unica nel suo genere, in quanto ricavata da un bellissimo esemplare albino dagli occhi d smeraldo. Un fisico prestante, ma ormai segnato dal passaggio del tempo, indicava un passato di intensa attività bellica, così come le numerose cicatrici diffuse su tutto il torace e le braccia. Nonostante l’età, da quell’uomo traspariva una fermezza interiore, maturata certamente nel corso degli anni al servizio degli Yaguarhua. Totec gliene aveva parlato come di capo giusto e saggio, gli aveva inoltre accennato qualcosa riguardo a delle antiche profezie che lo avrebbero additato come “il prescelto”, il solo per ogni generazione, a cui spettava la guida del villaggio. Assicuratosi dell’arrivo del gradito ospite, Nagual si issò a fatica, reggendosi dai braccioli del trono, e pronunciò solenni parole nella sua lingua natia, prontamente tradotte da Totec, il quale informò Gory che l’anziano capo gli stava dando il suo benvenuto e porgendo i suoi più sinceri ringraziamenti a colui che aveva portato in salvo la sua amata figlia. Il Messicano ringraziò a sua volta per l’accoglienza e per avergli permesso di conoscere una così affascinante civiltà, quale quella degli Yaguarhua. Il banchetto procedette senza imprevisti sino a tarda notte. Il cielo dell’Amazzonia risplendeva di infinite stelle e Gory approfittò dell’atmosfera distesa per ottenere maggiori informazioni sull’identità dei rapitori di Cocoa e sulle ragioni di tale gesto. Dunque apprese che Gli Yagurhua non erano i soli ad abitare la sacra foresta, i loro acerrimi nemici, gli Enuctechi, adoratori del crudele dio della lotta e devoti al culto del serpente, da sempre tentavano di carpire i sacri segreti della “suprema arte degli Yaguarhua”, attraverso sanguinose battaglie, ma per fortuna senza ma riuscire nel loro proposito. Tuttavia stavolta gli Enuctechi avevano ordito di sequestrare la giovane Cocoa con l’obiettivo di estorcere i sacri misteri. I rapitori avevano inoltre minacciato di attaccare il villaggio avvalendosi del loro esercito di devoti alla sanguinaria divinità, giurando che non avrebbero avuto alcuna pietà, nemmeno di fronte a donne e bambini. Gory si infiammo di accesa indignazione e promise solennemente davanti a tutta Onca che avrebbe offerto il proprio contributo nella lotto agli invasori. Il popolo lo acclamò festoso e il nobile Nagual accettò la coraggiosa offerta. Qualcuno però stava assistendo alla grande cena in disparte, avvolto dall’oscurità della notte. Gory riuscì a scovarlo con la coda dell’occhio e Totec, accorgendosene, lo informò che quel solitario osservatore rappresentava il prescelto, indicato per questa generazione dagli antichi scritti degli antenati. Egli avrebbe un giorno preso il posto di Nagual e da lui avrebbe appreso i principi della segreta arte degli Yaguarhua, che lo avrebbe reso un guerriero invincibile come il suo predecessore. Gory avrebbe voluto conoscerlo di persona, ma non era quello il momento adatto e inoltre, un nuovo giorno stava sorgendo ad Onca.
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#18 Mizama93

Mizama93
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Inviato 25 ottobre 2009 - 08:41

Voglio sapere come continua! :chiagne:
Molto bella!
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By sandrone83!

#19 depy91

depy91
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Inviato 25 ottobre 2009 - 09:37

Non mi resta che proseguire allora! :lol:

Il mattino seguente Gory fu invitato da Nagual ad assistere all’addestramento dei combattenti Yaguarhua, naturalmente il Messicano non poté che acconsentire di buon grado. In un angolo remoto della foresta i guerrieri-giaguaro stavano seguendo i loro faticosi allenamenti. Gory rimase affascinato dall’eleganza dei loro movimenti, ma fu in particolare attirato dalla superiore abilità di uno di loro. Diversamente dagli altri egli indossava la maschera di uno splendido esemplare di giaguaro melanico, dal manto scuro come la pece. Uno dopo l’altro metteva al tappeto i suoi avversari, con una naturalezza che faceva sembrare quei valorosi guerrieri dei semplici principianti. Il suo busto era protetto da un’armatura metallica, scintillante al sole del mattino. Due lunghi spuntoni si alzavano dalle placche che gli coprivano le spalle, pesanti parastinchi dello stesso materiale non limitavano, sorprendentemente, i suoi gesti fulminei. Totec notò l’interesse di Gory e confermò le sue supposizioni, dicendogli che il suo nome era Jagha e si trattava proprio del prescelto e quella che indossava era la sacra armatura di Ocelotl, ottenuta attraverso il superamento di un’ardua prova di forza: all’età di quindici anni, egli dovette affrontare a mani nude il feroce felino di cui da allora recava la maschera. L’esito della prova apparì scontato. Gory rimase molto colpito dal racconto e “Il Re” che giaceva nel suo cuore scalpitava, desideroso di misurarsi contro un simile avversario. A quanto pareva anche Jagha era della stessa idea, poiché, sconfitto l’ennesimo Yaguarhua, incitò chiunque dei presenti a farsi avanti per battersi con lui. Gory incrociò lo sguardo di Nagual, che annuì, dunque scese in campo presentandosi, ma il prescelto lo anticipò: “So chi sei. Tu sei il novellino che per aver sbaragliano un paio di Enuctechi, crede di poterci condurre alla vittoria. Beh, sappi che questo non è un gioco e adesso te ne darò un assaggio!”. Il Messicano fu sorpreso di scoprire che Totec non era il solo a conoscere lo Spagnolo ad Onca, ma avrebbe preferito non poter comprendere quelle irritanti insinuazioni. I duellanti si studiavano reciprocamente, spostandosi in cerchio nelle opposte direzioni, sotto lo sguardo vigile di Nagual e degli altri guerrieri. Gory fu il primo ad attaccare, ma Jagha non si fece trovare scoperto e uno dopo l’altro schivò gli assalti. Il Re aveva scovato finalmente qualcuno in grado di metterlo davvero in difficoltà, ma non era quello il momento adatto a simili pensieri, poiché la distrazione fu prontamente colta dallo sfidante, che assestò un rapido pugno sul suo volto. “Allora, che ti prende? Tutto qui, damerino?” domandò beffardo, mentre gorì si stava rialzando. Fu la volta del prescelto di attaccare, con una coppia di calci, di cui soltanto uno andò a segno, mentre il restante fu arrestato dalla presa di Gory, il quale, agganciandogli la caviglia con la propria, ribaltò l’arrogante Yaguarhua. Il pubblico rumoreggiò stupefatto, in quanto mai avevano visto il loro miglior guerriero finire a terra. Furioso scattò di nuovo in piedi, emettendo un feroce ruggito, poi cominciò a riempire il forestiero di rapidissime tecniche, da lui solo in minima parte parate. Tuttavia, prima che l’ondata di rabbia per l’onta subita degenerasse, il saggio Nagual intervenne per fermare l’incontro. Sorprendentemente lo spavaldo Jagha obbedì immediatamente al suo maestro. Gory, asciugatosi con un braccio il sangue che gli scorreva dal sopracciglio, tese una mano per congratularsi con l’avversario, ma questo, con un’espressione quasi indignata, rifiutò il gesto e voltò le spalle, prima di sparire nell’oscurità della grande foresta. Totec, dandogli una leggera pacca su una spalla, tranquillizzò lo straniero, consigliandogli di non dare troppo peso alle brusche maniere del guerriero, poiché gli anni trascorsi nella solitudine dell’addestramento sacro avevano inspessito la sua arroganza. Probabilmente c’era qualcosa nel nuovo arrivato che non andava giù al prescelto, che forse aveva in lui rintracciato un potenziale rivale.
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#20 °Nina_Williams°

°Nina_Williams°
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Inviato 26 ottobre 2009 - 02:38

quanto è bellaaa!!!! o mio Dio sei bravissimo!!!! :D questa è addirittura più bella di quella di Jin :wub:
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The Winner is...NINA WILLIAMS!!!!!

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Farò una statua in onore a TrueLife ;)
Inter
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