Alla fine ho abbassato la difficoltà e ce l'ho fatta. Dirò anch'io quello che penso sulla storia principale. Personalmente mi è piaciuta ma non troppo, diciamo che per me raggiunge a malapena la sufficienza. Dura davvero troppo poco, l'avrei preferita più lunga per spiegare meglio molte cose. Kazumi come immaginavo resta morta per tutta la storia del presente. E mi domando anch'io il senso di metterla come boss finale. A questo punto era meglio Devil Kazuya. Accennano alla sua famiglia, ma senza spiegare meglio la faccenda Devil, e il motivo di questa sua dualità. Akuma completamente inutile, viene buttato lì a caso, e con una motivazione stupida e banale. "Kazumi mi ha salvato la vita. Ho atteso per affrontarti per aspettare che diventassi più forte", il no-sense più assoluto. E poi hanno toppato nel mettere lo scontro finale tra Kazuya e Akuma senza far vedere il risultato. Poi pochissimi personaggi presenti, e quei pochi sono buttati lì così. Nina che ormai fa da spalla a chiunque. Claudio che dal nulla si allea con Heihachi, cosa che non ho gradito. Ho gradito invece la sua entrata in scena in grande stile. Jin inutile al massimo. E alla faccia della chiusura della faida Mishima; in Tekken 8 sicuramente ci ritroveremo lo scontro tra Jin e Kazuya. Quindi si ripeterà lo stesso incipit di questo capitolo. E ad una certa basta con questa guerra nel mondo, sembra non finire mai. Scontro finale che risolleva tutto quanto, e Devil a dir poco fighissimo! Morte di Heihachi che fa venire un po' di magone. Avrei preferito una degna introduzione allo scontro decisivo, e non che si incontrano lì quasi per caso da un momento all'altro. Punto di vista del giornalista tranquillamente evitabile. E non capisco il senso di coprirgli il volto. Tant'è che a una certa ho pensato fosse Harada. Lee, Lars e Alisa ancora alleati, e mi incuriosisce molto questa loro alleanza con Jin. Mi fucilerete, ma io spero in un ritorno di Jun in Tekken 8. Come ulteriore supporto per Jin. E spero anche che Claudio avrà più spazio, soprattutto per sviluppare meglio questo suo carattere ambiguo. Che non lo rende né buono né cattivo.